Aira Traduzioni, César Aira, Traduzioni

Le due bambole: un racconto di César Aira

Evita possedeva due bambole “Evita” a grandezza naturale, che aveva fatto fare apposta, identiche a lei e fra loro. Le occorrevano per il gran numero di atti a cui doveva assistere, in ragione dell’importanza che la sua figura aveva nel rituale peronista. L’idea originale era di farne fare una sola, per potersi duplicare e accontentare più gente con la propria presenza; ma poi le venne in mente che con lo stesso sforzo necessario per farne una se ne potevano fare due, e così avrebbe avuto più margine d’azione. In realtà, una volta fattane una, se ne potevano fare anche dieci, o venti, o mille; ma si limitò a due e basta, perché con due le sue necessità erano soddisfatte, e le sembrava scioccante avere una legione di repliche. Ai tedeschi che gliele fecero disse che le voleva entrambe ugualmente perfette perché, dato che non si può mai sapere cosa succederà, non avrebbe mai saputo quale delle due utilizzare. Non voleva avere una bambola “preferita” e una “di scorta”, bensì due bambole uguali. E le ebbe. Gliele consegnarono dentro due casse di nichel con chiusure di sicurezza, che vennero depositate in una stanza dall’accesso riservato della Residenza Presidenziale. I ciambellani della signora tiravano fuori una o l’altra, a volte tutte e due insieme, secondo le necessità dell’agenda, e per anni le bambole svolsero le loro funzioni senza che nessuno si accorgesse della sostituzione. Erano incredibilmente piccole, ma le misure erano state prese bene, e corrispondevano al millimetro al modello.

Continue reading

Standard