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Il gusano è diventato farfalla (Profilo di Guillermo Cabrera Infante)

Il suo nome non figura nei due volumi del Dizionario della letteratura cubana dell’Accademia delle scienze di Cuba pubblicati negli anni ’80, quando era già un esponente di punta, nonché la pecora nera, del boom della letteratura latinoamericana dei ’60. E «Granma», l’impettito quotidiano del partito comunista, non si è nemmeno preso la briga d’informare della sua morte, avvenuta il 21 febbraio in un ospedale londinese. Soltanto il sito web di «La Jiribilla» ne ha dato notizia – la rete è precauzionalmente irraggiungibile per la stragrande maggioranza dei cubani –, lamentando che i suoi testi giornalistici e i suoi saggi fossero «contaminati dall’ossessione fanatica in cui si era convertita la sua posizione politica verso la rivoluzione cubana», ma riconoscendo a denti stretti che «le cose migliori della sua opera appartengono al patrimonio letterario della nazione cubana».
E così, adesso che il gusano (verme, l’insulto canonico per i dissidenti, pardon, i «controrivoluzionari al servizio dell’imperialismo yankee») è diventato farfalla, il direttore di una casa editrice di Stato ci rassicura: non esiste censura nei suoi confronti, e si faranno nuovi tentativi per ottenere dagli eredi il permesso di pubblicare le sue opere a Cuba. Auguri. Nel frattempo continueranno a circolare clandestinamente, a essere scambiate per qualche litro di latte, ricopiate da lettori con la vocazione alla galera, come samizdat nella Siberia dei tropici, nell’Albania dei Caraibi, secondo alcune amare definizioni dell’isola da lui coniate. La musica cambia se si leggono i «coccodrilli» che gli hanno dedicato scrittori e uomini di cultura cubani che vivono in esilio (come Zoe Valdés), ma anche sull’isola (come Leonardo Padura Fuentes). Perché, al di là delle antipatie politico-ideologiche e personali che suscitava così facilmente – pronto com’era a giocarsi un’amicizia pur di non rinunciare a una battuta feroce –, non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che Guillermo Cabrera Infante ha lasciato un’opera letteraria singolare e importante, destinata a durare.

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