Lillo, Lillo traduzioni, Traduzioni

Caccia Grossa

Nell’ampia e arida pianura i raggi del sole fanno seccare l’erba che cresce fra la boscaglia, i cui rachitici arbusti intrecciano rasoterra i propri deboli rami con le spirali contorte dei parassiti dalle foglie secche e polverose.

Sui sentieri spogli brucia la sabbia nera e grossa, e fra i cespugli si sente il rumore provocato dalle bisce e dalle lucertole che, stanche di luce e calore, strisciano in cerca di un po’ d’ombra tra gli scarni rami delle murtillas 1 e i gambi dei cardi dritti e inariditi.

Con la schiena curva e il fucile fra le mani tremanti, Palomo, un vecchietto piccolo e secco come una nocciola, con passi corti sulle gambe esitanti segue le tracce che il passaggio delle pernici lascia sulla sabbia calcinata dei sentieri.

Non c’è nessuno bravo come lui a individuare fra mille l’orma fresca e recente, e a riconoscere se la preda è un maschio o una femmina, un pulcino o un adulto. Solo, senza parenti che proteggano la sua vecchiaia inerme, con il ricavato della caccia soddisfa a malapena i bisogni più urgenti.

I raggi del sole, cadendo a picco sulla sua schiena curva, rendevano più penoso camminare su quel terreno molle e infido. Era esausto e ancora non aveva sparato un colpo quando d’improvviso si drizzò, fermandosi davanti a una macchia di rovi e litres 2 bassi: le tracce che aveva pazientemente seguito finivano lì. Girò intorno alla macchia osservando con attenzione il terreno per assicurarsi che il volatile non fosse fuggito da un’altra parte e, dopo aver azionato il cane del fucile, scrutò fra i rami allungando il collo e alzandosi sulla punta dei piedi.

Le tre dita impresse sulla sabbia e protese in avanti come un ventaglio segnalavano un maschio superbo.

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