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Pablo Besarón, Effetti collaterali

Simurg è una piccola casa editrice argentina che ha dato vita negli anni a un catalogo prezioso. Nata, per ammissione del suo factotum Gastón Gallo, per pubblicare Dell’eleganza mentre si dorme, originalissimo romanzo degli anni ’20 del Visconte Lascano Tegui, si è arricchita via via di testi di Roberto Arlt, César Aira, Martín Kohan, Alberto Laiseca (il monumentale Los Sorias e i Cuentos completos), e Jorge Barón Biza, di cui La Nuova Frontiera ha pubblicato di recente il bellissimo Il deserto. Simurg si è inoltre confermata nel corso del tempo come una fucina di giovani e talentuosi scrittori argentini.

La collana Gli eccentrici dell’editore Arcoiris, che vanta già nel suo catalogo Alberto Laiseca, con Avventure di un romanziere atonale, cui seguiranno i racconti di Ammazzando nani a bastonate, pubblica ora Effetti collaterali, nella traduzione di Livio Santoro, una raccolta di dieci racconti di Pablo Besarón, organizzata in due parti: “Frontiere e oltre”, e “Mettiamoci una pietra sopra”. È ormai diventato un luogo comune affermare che tutta la letteratura argentina dopo Borges deve fare i conti con l’impegnativa eredità del Maestro. E l’aggettivo “fantastica”, riferito a questa letteratura, è considerato quasi pleonastico, abbracciando autori come Cortázar, Bioy Casares e Silvina Ocampo. Besarón non sfugge a questo destino, anche se i racconti della seconda parte sono, almeno in apparenza, di stampo realista, e anche se il suo referente principale rimane Ricardo Piglia. Sono facilmente individuabili le tematiche principali: la morte, quasi onnipresente, i fantasmi, il romanzo familiare, il viaggio. Nel racconto “In un altro luogo” si tratta di un feto mai nato in realtà, ma solo nel desiderio del padre; in “Delia e la telenovela delle cinque” c’è un’anziana che, pur defunta, non rinuncia alla sua telenovela preferita; in “Vita da romanzo”, in cui si menziona il famoso racconto di Cortázar “Continuità dei parchi”, è questione di un suicidio, mentre in “Notizie su Cevares” un uomo in fuga dopo aver commesso un omicidio prende il posto di un altro, ritrovandosi con una moglie, una figlia e un lavoro: una nuova vita. In “Parenti” il tema è enunciato nell’incipit: “La morte di un familiare implica queste cose… L’anello della catena che viene a mancare (il morto) fa sì che questa si spezzi. Si pensa che la scomparsa possa essere colmata, ma non è sempre così”. In “Gli ultimi giorni di Daniel Knopoff”, l’unico racconto di ispirazione poliziesca, il viaggio diventa la causa della morte del protagonista. Ed è qui che compare l’espressione “effetti collaterali”, il concetto unificante di tutti i racconti, secondo Besarón: “La storia si sviluppa in una direzione, ma a un certo punto si produce un effetto distruttivo, che alla fine diventa la trama principale. La letteratura deve sconcertare, deve segnare un punto di frattura”. Effetti collaterali è la prima prova narrativa di Besarón, classe 1974, autorevole saggista (autore fra l’altro di: La conspiracion. Ensayos sobre el complot en la literatura argentina), e ha raccolto critiche unanimemente positive in patria.

Un’ultima malinconica considerazione extraletteraria: nel colophon compare l’avvertenza: “Opera pubblicata nell’ambito del programma Sur di supporto alle traduzioni”, che i lettori più attenti avranno già trovato in molti libri di autori argentini pubblicati da noi negli ultimi anni. Ebbene, l’ascesa al potere di Mauricio Macri ha comportato la sospensione di questi finanziamenti, e, vista la generale situazione di crisi dell’editoria, non è certo una buona notizia.

 

(Pubblicato su Alias il 17 luglio 2016.)

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