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I rebus onirici di Eugenia Gallardo

Un istante mi porta
insensibilmente a un altro e
il tema atematico si sviluppa
senza piano ma geometrico
come le figure successive
in un caleidoscopio.

Clarice Lispector
Acqua viva

 

La Bella Addormentata preferisce ignorare le lusinghe di una felice vita matrimoniale con il Principe Azzurro, e invece di arrendersi a un prevedibilmente noioso lieto fine, sceglie di avventurarsi sempre più addentro nel mondo dei sogni. Un mondo nel quale, tanto per cominciare, assume con disinvoltura una più comoda identità maschile, mentre i genitori le appaiono in guisa di patetici feticci: tacchi alti, bambola di pezza, porcellino-salvadanaio… Forse è meglio non indagare sulla promiscuità che vige nei rapporti fra Biancaneve e i sette nani, e nemmeno sui torbidi motivi che spingono i genitori di Hansel e Gretel ad abbandonare i figli nel bosco, ma se da questa lettura delle favole non è più possibile dedurre una morale rassicurante, bisognerà pur decidersi a trarne una lezione: «gli scrittori di favole ci stavano avvertendo di cose terribili che possono accadere».

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