Approfondimenti, Baron Biza, Baron Biza approfondimenti

La carne non è indifferente (Su Il deserto di Jorge Baron Biza)

Lungo la strada fra Alta Gracia e Córdoba sorge un singolare mausoleo a forma d’ala di aereo di 82 metri d’altezza, in marmo e granito. Nella cripta giacciono i resti di Myriam Stefford, morta a 26 anni in un incidente a bordo dell’aereo che pilotava. Inaugurato nel 1935, il monumento è un omaggio del marito, il latifondista argentino Raúl Barón Biza. Vuole la leggenda che, insieme alle spoglie dell’amata, nelle fondamenta in cemento armato siano seppelliti i suoi gioielli, fra cui un diamante di 45 carati. I due, che si erano conosciuti nel 1928 a Venezia, si sposarono due anni dopo nella basilica di san Marco. Lei, un’attricetta svizzera di origini italiane, era fuggita di casa a quindici anni con il sogno di far carriera nel cinema; lui aveva passato la giovinezza nella Parigi della Belle Époque e si dedicava a scrivere e a girare il mondo. Per un paio d’anni condussero un’esistenza hollywoodiana: sci a St. Moritz, bagni in Costa Azzurra, lunghi soggiorni a Capri, passeggiate sui viali berlinesi con un leopardo ammaestrato al guinzaglio; insomma, una coppia ideale per i tabloid.

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Uno de Malditos di Leila Guerrero: Jorge Baron Biza

malditosNel volume collettivo curato da Leila Guerrero, Los malditos (Edizioni dell’Universidad Diego Portales), c’è  un saggio di Alan Pauls dedicato allo scrittore argentino Jorge Barón Biza e al suo unico romanzo El desierto y su semilla.

(Ora figura in calce all’edizione italiana del libro, Il deserto, tr. di Gina Maneri, La Nuova Frontiera 2016.)

Leila Guerrero è una giornalista e scrittrice argentina abbastanza conosciuta in Italia (Suicidi in capo al mondo, Marcos y Marcos), dove è stata ospite l’anno scorso del festival di «Internazionale» a Ferrara. Il tema dei suicidi e dei cosiddetti «autori maledetti» deve starle particolarmente a cuore, se ha ideato questa indagine letteraria su scrittori e scrittrici latinoamericani che hanno sofferto, come ha dichiarato in un’intervista, «di un tormento interiore, che hanno vissuto alle intemperie, esseri troppo fragili per risolvere problemi che ad altri non costano tanta fatica, con una coscienza molto tormentata, una sensibilità esacerbata, persone sopravvissute a se stesse».

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